Sistemi informatizzati e soluzioni innovative sui mezzi di trasporto: si, purchè siano integrati!

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Il passaggio all’economia digitale impone revisione di strumenti e processi per tutte le aziende, in particolare per il settore del trasporto.

La sfida della digitalizzazione impone alle aziende di dotarsi di strumenti e piattaforme integrate, pena il disuso.

C’è un grande fermento intorno a quanto sta avvenendo nei mercati globali e in tutta la filiera della produzione e nonostante l’Italia si sia dimostrata troppo spesso un passo indietro proprio nel campo del passaggio alla cosiddetta economica digitale, si sta favorevolmente accogliendo la sfida, anche grazie a molte misure di incentivo economico  che il Governo sta mettendo in atto.

Il passaggio all’economia del dato non deve essere visto come una spesa nelle voci di bilancio quanto piuttosto il migliore investimento per un contesto che continua inarrestabile la corsa verso strategie di business che non lasciano alcun spiraglio a scelte non ponderate.

Per quanto questa fase transitoria sia per tutti gli attori della filiera produttiva e commerciale complessa e di lungo periodo, per il trasporto lo è ancor di più, nella misura in cui gli interventi devono prevedere non solo i sistemi informatizzati delle Amministrazioni ma anche introduzioni a bordo dei mezzi, affinché ci sia un dialogo costante tra quanto avviene su strada egli uffici preposti al controllo dell’andamento aziendale.  Sarebbe infatti inutile installare delle scatole nere sui mezzi di trasporto se poi queste non avessero un dialogo a filo diretto con i sistemi informatizzati delle Amministrazioni. La sfida in effetti è esattamente questa: non è sufficiente che i mezzi siano dotati di sistemi di controllo e rilevamento se poi gli stessi non riescono a dialogare con piattaforme che parlano linguaggi diversi, questo perché si rischierebbe una dispersione di dati altrettanto probabili che con l’uso della memoria umana e della carta. Ben vengano dunque scatole nere per la rilevazione di dati quali le soste a motore acceso, il consumo di carburante, presenze sul vano di carico; e ben vengano dispositivi mobili con applicazioni che facilitano il lavoro del driver, ad esempio piattaforme informatizzate in grado di guidare i processi senza più margini i errori e ottimizzazioni temporali e spaziali, a patto però che tutte siano in grado di dialogare, interagire, integrare dati e restituire valori certi. Perché il rischio che si corre è il disuso, rendendo spesa e spreco quello che avrebbe dovuto essere la punta di diamante degli investimenti.

Questa è la grande sfida del settore trasporti: le aziende dovranno selezionare accuratamente fornitori e partner in grado di fornire strumenti e piattaforme integrabili e scalabili, nonché dimostrare la capacità di fare tesoro di tutte le informazioni che questi restituiscono, al fine di marginalizzare gli errori e aumentare i profitti.

Il passaggio all’economia digitale impone revisione di strumenti e processi per tutte le aziende, in particolare per il settore del trasporto.

La sfida della digitalizzazione impone alle aziende di dotarsi di strumenti e piattaforme integrate, pena il disuso.

C’è un grande fermento intorno a quanto sta avvenendo nei mercati globali e in tutta la filiera della produzione e nonostante l’Italia si sia dimostrata troppo spesso un passo indietro proprio nel campo del passaggio alla cosiddetta economica digitale, si sta favorevolmente accogliendo la sfida, anche grazie a molte misure di incentivo economico  che il Governo sta mettendo in atto.

Il passaggio all’economia del dato non deve essere visto come una spesa nelle voci di bilancio quanto piuttosto il migliore investimento per un contesto che continua inarrestabile la corsa verso strategie di business che non lasciano alcun spiraglio a scelte non ponderate.

Per quanto questa fase transitoria sia per tutti gli attori della filiera produttiva e commerciale complessa e di lungo periodo, per il trasporto lo è ancor di più, nella misura in cui gli interventi devono prevedere non solo i sistemi informatizzati delle Amministrazioni ma anche introduzioni a bordo dei mezzi, affinché ci sia un dialogo costante tra quanto avviene su strada egli uffici preposti al controllo dell’andamento aziendale.  Sarebbe infatti inutile installare delle scatole nere sui mezzi di trasporto se poi queste non avessero un dialogo a filo diretto con i sistemi informatizzati delle Amministrazioni. La sfida in effetti è esattamente questa: non è sufficiente che i mezzi siano dotati di sistemi di controllo e rilevamento se poi gli stessi non riescono a dialogare con piattaforme che parlano linguaggi diversi, questo perché si rischierebbe una dispersione di dati altrettanto probabili che con l’uso della memoria umana e della carta. Ben vengano dunque scatole nere per la rilevazione di dati quali le soste a motore acceso, il consumo di carburante, presenze sul vano di carico; e ben vengano dispositivi mobili con applicazioni che facilitano il lavoro del driver, ad esempio piattaforme informatizzate in grado di guidare i processi senza più margini i errori e ottimizzazioni temporali e spaziali, a patto però che tutte siano in grado di dialogare, interagire, integrare dati e restituire valori certi. Perché il rischio che si corre è il disuso, rendendo spesa e spreco quello che avrebbe dovuto essere la punta di diamante degli investimenti.

Questa è la grande sfida del settore trasporti: le aziende dovranno selezionare accuratamente fornitori e partner in grado di fornire strumenti e piattaforme integrabili e scalabili, nonché dimostrare la capacità di fare tesoro di tutte le informazioni che questi restituiscono, al fine di marginalizzare gli errori e aumentare i profitti.